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Als ich vor Jahren zufällig auf dieses "gewöhnliche", "ungewöhnliche" Material der Elektrokabel stieß, war ich sofort von ihm fasziniert. Ein Material, das ursprünglich dazu diente Energie zu transportieren, Licht zu spenden oder Daten zu senden.

Mit seinen im Inneren versteckten Kupferdrähten und dem Reichtum an Farben der Plastikumhüllung (oft verwende ich altes, übrig gebliebenes oder entsorgtes Material) verändert durch Witterung bzw. Oxidation des Kupfers - inspirieren sie mich unaufhaltsam mit ihnen zu experimentieren und neue Techniken zu entdecken. Ich benutze die Elektrokabel sozusagen wie Farben und Pinsel um zu "malen".  Daraus entstehen reliefartige, dreidimensionale Werke, die mit dem Licht ihrer Umgebung kommunizieren und ihr Aussehen je nach Tageszeit und Beleuchtung ändern. Als Hintergrund dienen Leinwände oder Holztafeln, die mit unterschiedlichsten Materialien, wie Asche, Sand und Zement kombiniert mit Öl- oder Acrylfarben vorbereitet werden und somit den Gegenpol zum Glanz des Kupfers und der Plastikhüllen bilden.  Eine Ursprungsidee dient oft als Anreiz für ein neues Werk, inspiriert durch die Natur, durch Musik oder andere Künstler. Die endgültige Komposition aber entsteht während des Arbeitsprozesses, entwickelt sich fortlaufend und variiert je nach Stimmung. Ich versuche immer etwas von meiner Stimmung auch in der Kunst einzufangen und an den Betrachter "weiter zu leiten". Musik spielt während des Schaffensprozesses eine sehr wichtige Rolle und immer wieder wird mir gesagt, dass meine Werke "musikalisch" seien, dass sie schwingen. Wenn mir das gelingt - Schwingung ins Leben des Betrachters zu bringen - dann macht mich das sehr glücklich.

Il mio lavoro si basa essenzialmente sull’uso del colore e sull’utilizzo ed il recupero di fili elettrici di provenienze e spessori diversi, spesso liberati della loro guaina esterna rivelando così il rame al loro interno. Una volta tesi sulla tela i fili elettrici vengono poi intrecciati in tutte le direzioni sino a formare nodi, fasce, intrighi e fughe. Il risultato sono opere che potrebbero quasi avere una natura tessile, oscillanti nella loro forma tra disegni compulsivi e algido ordine.

I fili, fermati lungo i bordi del quadro, disegnano ragnatele metalliche, labirinti luccicanti, meandri riflettenti la luce. Le tele, a volte sostituite da supporti in legno, sono spesso preparate con fondi monocromi, a volte utilizzando anche materiali come cenere di caminetto, cemento o sabbia. Le mie creazioni nascono quindi dall'accostamento di opposti, una dicotomia di fondo dove liscio e ruvido, opaco e brillante, luce e ombra si confrontano.

I fili elettrici, avulsi dal loro contesto abituale e decontestualizzati dalla loro funzione di conduttori, sono utilizzati come elemento pittorico e grafico fissato in una forma. Pur nella sua fissità, rafforzata dal formato a scatola dei quadri, la mia opera viene percepita come dinamica e musicale.

La lucentezza metallica nelle infinite sfumature date dalle ossidazioni del rame (che variano dal ruggine al nero) si confronta con i colori sgargianti, pop, plastici delle guaine, a volte rimosse completamente, altre volte solo per un tratto, altre volte ancora lasciate per buona parte, offrendo così un contrappunto cromatico e materico.

Sono opere pianificate e costruite, che vivono con la luce che le fa dialogare con lo spazio. Questo rigore nella realizzazione, per quanto accuratamente pianificato, non rinuncia però all’improvvisazione. Durante l’esecuzione, lasciandomi prendere dal fascino del materiale, tendo ad assecondarlo, pervenendo a soluzioni formali che non avevo previsto. E così di volta in volta ho l’impressione che il lavoro si arricchisca di strategie e tecniche sempre più complesse e inedite.

Con i miei lavori ho scelto di recuperare anche materiali di scarto (scarto industriale, scarto della nostra civiltà) per fare “pittura”. Questi materiali sono da me considerati non come morti, inerti, esausti, ma come testimoni della nostra storia. Del nostro vivere ora e qui. Lo sguardo curioso dello spettatore potrà, senz’altro, oltre che valutare la componente tecnico-esecutiva dei miei lavori, condividerne alcuni passaggi concettuali.

 

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